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Writer's pictureAran Donnelly

Novecento: "Dalla culla alla tomba - Vittime della storia e del cambiamento!"


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  • @tvnerdaran


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La tentacolare epopea storica di Bernardo Bertolucci, "1900" è nella mia mente, probabilmente l'apice di tutto ciò che un film dovrebbe essere. È un'epopea socialista tentacolare che traccia l'ascesa del fascismo in Europa durante la prima metà del XX secolo attraverso gli occhi di due amici d'infanzia: uno un ricco proprietario terriero di nome Alfredo Berlinghieri (interpretato da Robert De Niro), e uno un lavoratore- contadino di classe di nome Olmo Dalcò (interpretato da Gérard Depardieu). Nel cast c'è anche il mio attore preferito (Robert De Niro), la colonna sonora è del mio compositore di film preferito (Ennio Morricone) ed è girato dal mio direttore della fotografia preferito (Vittorio Storaro), il che si aggiunge immensamente al mio amore per il film. È innegabilmente una delle epopee più tentacolari e ambiziose mai dedicate alla celluloide.


Per quanto trovo alcune scene degne di nota ripugnanti e difficili da digerire, il potere e la rilevanza del film sono innegabili. Come socialista, cinefilo e amante della storia, questo film fa clic su tutte le scatole giuste con me, in quanto presenta la prima metà del 20° secolo italiano e l'ascesa del fascismo in Europa attraverso gli occhi di questi due amici. Nato il 27 gennaio 1901 (data della morte di Giuseppe Verdi), le prove e le tribolazioni di Alfredo e Olmo mentre sperimentano l'ascesa del fascismo e del socialismo in Europa fino al Giorno della Liberazione del 25 aprile 1945, l'epopea del film la portata e l'ambizione tentacolare rivaleggiano facilmente con quelle di altri film preferiti come "Il Padrino" e "C'era una volta in America".


Questa saga multigenerazionale ha performance magistrali ovunque. De Niro e Depardieu sono entrambi assolutamente magistrali come i due protagonisti principali, la cui amicizia è continuamente messa alla prova dalle loro differenze sociali e di classe. Le bellissime Dominique Sanda e Stefania Sandrelli danno interpretazioni immensamente simpatiche e accattivanti nei panni delle donne amate da Alfredo e Olmo, con le interpretazioni dei vecchi veterani di Hollywood Burt Lancaster e Sterling Hayden nei panni dei nonni di Alfredo e Olmo che radicano il film in un mitico abbraccio di giovani e vecchi/vecchi e nuovo. Ma la trasformazione più sorprendente è senza dubbio Donald Sutherland nei panni di Attila Mellanchini, il sadico e mostruoso fascista che spadroneggia e terrorizza i contadini per tutta la seconda metà del film. Sutherland, noto per il suo personaggio gentile, elegante e gentile, scompare completamente nel ruolo di Attila, rinunciando al suo solito fascino e carisma per interpretare uno psicopatico sadico e mostruoso che usa il suo potere politico per commettere atrocità orribili e indicibili, incapsulando gli orrori viscerali di fascismo nell'Europa del XX secolo. Non sorprende che Sutherland non sia stato in grado di guardare il film per anni perché era così sconvolto e angosciato nel vedere la sua spaventosa performance. Il grande cast internazionale ha contribuito a consolidare lo status di 1900 come una delle epopee multigenerazionali più tentacolari e ambiziose del cinema.


Il film è anche magnificamente girato dal leggendario Vittorio Storaro, il cui sorprendente contrasto di colori accesi e sfumature dorate nelle scene dell'infanzia e del Giorno della Liberazione, con i colori cupi e grigi desaturati del periodo fascista, rivaleggia con quello dei suoi successi in entrambi “Il Conformista" e "Apocalypse Now". Infine, il film è magistralmente composto da Ennio Morricone, la cui colonna sonora profondamente potente spazia da ampolloso e rivoluzionario, a emotivo e solenne. Tutti coloro che sono coinvolti nel film, il cast e la troupe, danno il loro massimo assoluto nel portare questa vasta saga di amicizia, amore, tradimento, socialismo, fascismo, divisioni di classe e le maree della storia sul grande schermo.


Con questo film, Bertolucci fonde magistralmente la portata epica e melodrammatica della prima Hollywood con l'estetica rivoluzionaria radicale del primo cinema sovietico, mirando, nelle sue parole, a costruire un ponte tra il cinema statunitense e quello sovietico che amava così appassionatamente. Infine, il film rimane potente e rilevante come sempre nel 21° secolo, sia con le continue divisioni di classe tra ricchi e poveri, sia con l'ascesa di politici di estrema destra sia negli Stati Uniti che in Europa, assicurando che questo film e il suo messaggio rimangano altrettanto rilevante nel 2021, se non di più, rispetto a quando è stato rilasciato per la prima volta nel 1976.


L'ambizione tentacolare e la portata epica del film possono essere meglio riassunte nel suo famoso slogan promozionale, "Dalla culla alla tomba - vittime della storia e del cambiamento!". Con questo film, Bertolucci crea una magistrale e tentacolare saga di storia e politica che rivaleggia persino con quella dei film del "Padrino" e di "C'era una volta in America". Nonostante alcune delle sue violenze estremamente esplicite e contenuti sessualmente espliciti che a volte possono essere certamente molto difficili da digerire, non ho dubbi che questo film sia la definizione stessa di un capolavoro cinematografico e la crème de la crème di ciò che un film dovrebbe essere.




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